Una cantina storica nella provincia di Pescara, l’Azienda Agricola Valentini è il simbolo del vino “artigianale”. Scopriamo insieme i suoi vini e la sua storia.
Trebbiano d’Abruzzo Valentini 1998
Il Trebbiano ’98 fa subito vedere la grande esperienza che ha la famiglia Valentini nella lavorazione del Trebbiano. Un colore che vira su note dorate leggere e porta a quel fantastico bouquet di fiori selvatici, leggere note balsamiche e neanche un filo di ossidazione. Questo vino ha un grandissimo equilibrio gustativo, è ricco ed elegante, e allo stesso tempo pieno della grande personalità che l’azienda Valentini ricerca su un varietale bistrattato nel tempo.
Provare per credere.
La storia dell’azienda
La famiglia Valentini – di origini spagnole -, risiede a Loreto Aprutino, un paese in provincia di Pescara si dal 1600.
Nella vasta tenuta di proprietà si è da sempre prodotto vino, aceto, olio e grano (collabora infatti anche con il pastificio Verrigni di Roseto). La famiglia ha sempre gestito la tenuta, anche se i discendenti svolgevano attività molto diverse, ricoprendo anche cariche pubbliche di rilievo a livello locale.
Grazie alla qualità dei prodotti, olio e aceto ricevono premi e riconoscimenti durante il corso del tempo ed è nel 1650 che viene fondata la cantina, ad oggi una tra le più antiche d’Italia.
Agli inizi del 1900 Edoardo Valentini inizia a occuparsi della gestione della cantina, puntando ad iniziare a produrre vini di una qualità più elevata.
Dal 2006, anno della scomparsa di Edoardo, è suo figlio Francesco Paolo Valentini ad avere in mano le redini della cantina, affiancato dalla moglie Elena e dal figlio Gabriele.
Francesco Paolo ama essere definito un agricoltore, quindi un artigiano. Secondo lui il gran lavoro è in vigna, in cantina lascia al vino la libertà di esprimersi. È proprio in questa cantina che tutto viene fatto senza l’uso di prodotti chimici, usando solo lieviti indigeni lasciando che la vinificazione si svolga nel modo più naturale possibile.
Secondo Francesco Paolo esistono due modi di fare il vino: la lavorazione artigianale e quella industriale, entrambe valide ma in concreto due diversi modi di approcciarsi all’uva. Lui è un artigiano, sia in vigna sia in cantina: con le sue tecniche infatti utilizza solo rame e zolfo. Il suo metodo di lavorazione dell’uva presenta molte incognite, dovute soprattutto dal cambiamento del clima.
Il vino non fa affinamento in barrique, ma solo in grandi botti.
I vini di Valentini non sono biologici, ne biodinamici, bensì artigianali.
Molte annate non sono state imbottigliate (è il caso del Montepulciano d’Abruzzo, ultima annata la 2013) perché, secondo Francesco Paolo, mancavano le premesse e le prerogative per avere un prodotto armonico in tutte le sue componenti.
Attualmente i vitigni coltivati nei 65 ettari vitati (di 200 totali) sono due: il Trebbiano e il Montepulciano. Da questi due vitigni derivano tre grandi vini, il Trebbiano d’Abruzzo, il Montepulciano d’Abruzzo e il Cerasuolo d’Abruzzo (50mila bottiglie).
Tanti sono i premi che ha ricevuto questa grande cantina: il Trebbiano d’Abruzzo Valentini 2010 è stato il primo vino bianco a ricevere, nell’edizione della Guida Espresso ai Vini d’Italia 2015, un punteggio di 20/20. Inoltre, sempre il Trebbiano, è stato più volte riconosciuto tra i 50 migliori vini d’Italia, e nel 2012, ha conquistato il podio. Nel 2011 Valentini è eletta “Cantina dell’anno” da Vini d’Italia.